Sembra che i Pici risalgano ad epoca etrusca poiché testimonianza della loro presenza sulle tavole del tempo è stata rilevata nella celeberrima ” tomba dei leopardi ” a Tarquinia
In questo monumento funebre vi è un affresco raffigurante un banchetto nel quale vengono servite scodelle contenenti un tipo di pasta lunga e grossa: presumibilmente i pici
Si pensa che il nome derivi da Marco Gavio Apicio gastronomo di epoca romana ed autore del compendio culinario”De re coquinaria”( l’arte della cucina) Questo ottimo spaghettone, prende nomi differenti a seconda della zona da cui proviene: abbiamo a Montalcino, Pienza e Montepulciano “i Pinci, i ” bringoli ad Anghiari , nella Val Tiberina troviamo ” gli stringozzi o strangozzi, in Umbria gli umbricelli e le ciriole che in casa nostra apprezziamo molto, poiché mia suocera , ternana, li prepara in modo sublime.
Insomma, abbiamo capito che si usano tanti nomi per indicare un unico tipo di pasta poverissimo e semplicissimo che ha come ingredienti solo acqua e farina ed un cucchiaio d’olio, eccetto che per la domenica quando i contadini potevano contare anche sulle uova fresche e, per onorare la festa, venivano aggiunte all’impasto!
Il primo condimento che si conosce abbinato ai Pici consisteva in un trito di cipolle stufate in olio , mentre oggi, il connubio perfetto e ‘ con l’aglione ricetta che ho proposto nell’ articolo precedente
Eccovi ora la dose perfetta per confezionare i Pici alla vecchia maniera
PICI (dosi)
- 400 gr di farina di grano tenero
- 200 gr di acqua fredda
- 2 cucchiai di olio evo
- 1 presa di sale
ESECUZIONE
Setacciate la farina sulla spianatoia, unite il sale , formate la fontana e versate al centro l’acqua e l’olio, impastate sino ad ottenere un composto elastico a fate un po’ riposare
Dopo circa 10 minuti riprendete l’impasto e Stendetelo con il mattarello tradizionale allo spessore di circa 1 cm
Quindi tagliatela a strisce con il mattarello scannellato
Rotolate le strisce ottenute
Come fanno queste mani sapienti che, purtroppo, non sono le mie data la maestria nell’esecuzione!
Mettete quindi i Pici così confezionati in attesa sulla spianatoia infarinata
Per concludere questo lungo post pseudo storico,vi presento un altro modo tradizionale per condire i Pici, anch’esso poverissimo ma sempre molto gradito
PICI CON LE BRICIOLE
- 500 gr di Pici freschi
- pane toscano raffermo
- 2 spicchi d’aglio
- pecorino grattugiato
- sale pepe
- olio evo
ESECUZIONE
Imbiondite in una padella con olio evo gli spicchi d’aglio schiacciandoli senza privarli della buccia
Unite la mollica del pane sbriciolata grossolanamente
Togliete gli spicchi d’aglio dopo poco e lasciate al fuoco le briciole finché assumeranno un colore dorato.
Passate i Pici scolati nella padella aggiungete abbondante pecorino grattugiato ed una generosa spolverata di pepe.
Serviteli subito molto caldi e fluidi, se dovesse servire unite anche un po’ d’acqua di cottura
Buon appetito
Articolo fantastico, cucina -cultura e divertimento. . . . sei riuscita ad armonizzare il tutto :Complimenti! Sono così buoni i pici! Buona serata Tiziana, ti abbraccio. . a presto. Dani
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Grazie mille Daniela, un abbraccio a te ed a presto😘
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Un piatto di quelli in foto era buonissimo…lo so per certo.
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…..ed io indovino quale!
Scommettiamo?
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